“L’idea di Cubbit ci è piaciuta subito, e rispondeva a queste premesse: innovazione, resilienza e sostenibilità.”
Silvia Lombardi, Direttore Innovazione, ICT e Qualità — Aeroporto Marconi di Bologna
L’Aeroporto Marconi di Bologna, asset strategico secondo il Piano Nazionale Aeroporti, si unisce al progetto Next Generation Cloud Pioneers. Situato nel cuore della food valley emiliana e dei distretti industriali dell’automotive e del packaging, la compagnia si unisce ad Amadori, Bonfiglioli, SCM Group e 50+ aziende leader italiane nel primo cloud geodistribuito d'Europa.
Aeroporto Marconi di Bologna, che da anni investe in progetti e politiche di sostenibilità, contribuisce attivamente all'ecosistema industriale emiliano ed è spesso first mover quando si parla di nuove tecnologie. Da anni questa realtà bolognese investe nella digital transformation secondo un modello di sviluppo responsabile che mette al centro le persone, i processi e l'innovazione — un paradigma che Silvia Lombardi, Direttore Innovazione, ICT e Qualità dell’Aeroporto Marconi di Bologna, definisce Better Living Quality (da cui BLQ, la sigla internazionale che identifica l’aeroporto).
L'adesione a Next Generation Cloud è solo l'ultimo tassello del Piano Innovazione dell’Aeroporto Marconi di Bologna, che prevede progetti finalizzati alla creazione di servizi e soluzioni moderne, infrastrutture informatiche adeguate, customer service e servizi digitali avanzati — il tutto senza trascurare la formazione del personale.
“Nel nostro Piano Innovazione” racconta Silvia Lombardi (Direttore Innovazione, ICT e Qualità presso l’Aeroporto Marconi di Bologna), “e in una logica di Open Innovation, la collaborazione con start up è fondamentale. L’idea di Cubbit ci è piaciuta subito, e rispondeva a queste premesse: innovazione, resilienza e sostenibilità.”
Una scelta di campo quella dell’Aeroporto Marconi di Bologna, che fa di Next Generation Cloud un vantaggio competitivo in linea con i propri valori di Innovazione e Sostenibilità.
“Sappiamo quanto è importante lo spazio,” continua Lombardi. “le nostre infrastrutture non sono infinite e l’idea di condividere in maniera sostenibile e sicura le informazioni portandole in tanti spazi “altrui” oltre che contribuire ospitando quelle di altri non solo ha evidenti vantaggi logistici, ma conferma anche il concetto di collaborazione ormai intrinseco nel nostro tempo, incrementando la fiducia di poter affidare i propri dati non ad un singolo data center ma a tanti piccoli ospiti in forma criptata e micro-frammentata.”
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